HERITAGE: ANDREA ANTONINI E DOM PÈRIGNON

Andrea Antonini, anima ed executive chef del ristorante Imàgo all’Hassler Roma, enuncia il suo carisma compositivo con tale sublimazione artistica da armonizzare la sua eleganza nel parallelismo all’evocatività del perlage di Plénitude 2.

Andrea Antonini – tra gli chef scelti come ambassador per i Dépositaires Dom Pérignon – si colloca al vertice dell’ideale rappresentanza della celebre Maison di Épernay, non solo per la brillate ascesa nel contesto fine dining europeo, ma soprattutto per la personale ed ineguagliabile creatività: appena trentenne supera, per autorevolezza, anche l’antologia dei suoi stessi mentori. Definisce avanguardia Antonini, nella sua metrica di partiture multiple, interpreta gli ingredienti di ricerca strettamente territoriale, caratterizzandone inedita identità gustativa, scomponendo dettagliatamente per amplificare l’essenza, nella totalità delle partiture che restituiscono l’unicum. “Credo in ciò che interpreto, credo nel mio Paese, credo nelle materie prime italiane e mediterranee: questo sentire fonda l’architettura dei miei menù. Lo stile dell’alta cucina italiana che definisco e di cui vado fiero, trova originalità ed origine nel mondo vegetale. Ogni abbinamento a Dom Pérignon Plénitude 2 si anima spontaneamente, esattamente come lo svolgersi del perlage dello Champagne, nell’evoluzione gustativa della polifonia e della struttura complessa delle portate, i vivaci sentori agrumati e le sottili ombre fumé di Plénitude 2, sono ideali e donanti compendi alla mia creatività”.

Rivela l’adamantina mineralità salmastra il pescato mediterraneo nel Crudo Misto di Mare, nell’eclettismo delle allusioni stilizzate nella sorprendente analogia ai microcosmi marini, amplificando l’unicità gustativa stagionale di crostacei e molluschi. Toni fruttati o clorofillici ad esaltarne la caratterizzazione, in idilli policromi di squisitezza esecutiva, estetica e palatale.

Unico esponente di un’attesa corrente contemporanea di alta cucina, orgogliosa del patrimonio del gusto italiano, che sa trasporre alla luce della tecnica magistrale e della purezza stilistica, dipingendo inedite evoluzioni di tradizioni gastronomiche italiche che il mondo intero cerca di replicare.

La tradizione è heritage per Antonini, è il rispetto dichiarato e percepito per la cultura italiana. È l’autenticità ad accogliere la clientela in larga misura internazionale del ristorante stella Michelin Imàgo, ambasciata di romanità sussurrata con eleganza ed eloquenza dello stile italiano, supervisionato in sala con brillante esemplarità, dalla professionalità emblematica di Marco Amato. La glacette imperiale degli Champagne espone sempre i più esclusivi millesimi di Dom Pérignon, volteggia per la sala a sottolineare ogni attimo scandito con leggiadra armonia dal sommelier Alessio Bricoli, divulgatore della ricercatezza enologica del più sofisticato ed iconico ristorante della Capitale. “Plénitude 2 esprime la seconda vita di Dom Pérignon, pazientemente e sapientemente elevato verso nuove vette di eccellenza e proiettato verso l’eternità”.

In quasi quindici anni d’affinamento, il magnetismo di Dom Pérignon amplifica l’equilibrio e celebra il climax nella definizione suo manifesto di Plénitude.

Plénitude antologica di ogni composizione di Andrea Antonini, esteta e direttore di orchestre sensoriali che donano agli ingredienti idiomi tantrici, come nel titanico misurarsi di funghi ed aragosta nei bottoni, nell’umami del ragù inedito di carne cruda di Bra, Parmigiano tostato e salse cristalline che elevano gli gnocchi ad esperienza mistica.

Infinita persistenza che caratterizza anche il vintage 2003 Plénitude 2, la screziata maestosità aromatica, gli abissi resinosi di benzoino e mandorla acerba che lo elevano ad una mitologica e sfavillante longevità, rivelando corpo capace di interfacciarsi anche con le carni bianche ed i peperoni, come coi toni esperidati dei dessert di sublime ingegneria pasticcera di Maria Sole Martella.

L’annata 2003 ha cambiato forse la leggibilità dello stile autocratico dello Champagne, aprendo alle potenzialità rivelate dalle mutazioni climatiche mondiali. Florealità espressiva che lascia evolvere la fredda vivacità citrica verso i toni esotici del frutto della passione, setosa mineralità che espone quasi una tattilità nella definizione coinvolgente, come una marea influenzata dalle fasi lunari, luce simbolica dell’evento celebrato il sei luglio scorso, sulla terrazza panoramica dell’hotel Hassler a Trinità dei Monti, dove sono andate in scena le affinità elettive della coralità espressiva dello stile condiviso. La convivialità della serata è stata impreziosita dal cooking show dell’executive chef Antonini, che ha coordinato insieme al sous chef Riccardo Romolo, la brigata tutta, nella spettacolare successione del servizio.

La memorabilità è un distillato di esperienze ed emozioni, condivise anche dal plauso di Valeria Righettibrand manager Dom Pérignon – in estatica adorazione, come ciascuno degli eletti astanti. Un evento augurale per il nuovo corso della Proprietà Wirth, in assoluta armonica continuità con una visione – da generazioni – nitida sul futuro.

 

 

hotelhasslerroma.com

 

domperignon.com