ANIMA DI ENRICO BARTOLINI, NEL CUORE FINANZIARIO DI MILANO
Il 2024 sarà un anno da ricordare per Enrico Bartolini, incoronato lo scorso novembre dalla mitica Guida Rossa, con la seconda stella a Villa Elena (Bergamo), portando a quattordici il totale di macarons più uno Verde, conquistati in questi anni dallo chef toscano che non solo si conferma il cuoco più stellato d’Italia, ma si posiziona anche tra i primi tre chef più stellati al mondo, con i colleghi Yannick Alleno e Alain Ducasse. E noi ci siamo ripromessi di provarli uno a uno, iniziando con il ristorante Anima di Milano (una stella Michelin), all’interno dell’Hotel Milano Verticale | UNA Esperienze.
Il contesto finanziario e iper moderno di Porta Nuova, tutto cattedrali dell’hi-tech, è quello di una grande metropoli che ha modificato per sempre il suo skyline, con piazza Gae Aulenti, il Bosco Verticale di Stefano Boeri (tra le costruzioni più fotografate), la Biblioteca degli alberi, la Tower Unicredit firmata da César Pelli, con la sua guglia di 226 metri, il Diamantone del Gruppo BNP Paribas dell’architetto Kohn Pedersen Fox, fino al palazzo della BPER, in un intreccio fra antico e moderno che offre un volto di Milano assolutamente affascinante. Il quartiere City Life, sorto a partire dal 1998 dove si trovava l’area delle ‘Varesine’, è un luogo che i milanesi ricordano per il grande luna park ora smantellato, un quartiere denso di luoghi da scoprire, come il Cimitero Monumentale, con sepolcri e sculture funerarie che sono autentiche opere d’arte e riportano alla storia delle grandi famiglie industriali di Milano, dai Campari ai Falck, dagli Erba ai Bocconi, dove riposano le spoglie di Alessandro Manzoni, Carlo Cattaneo, Salvatore Quasimodo, Alda Merini, proseguendo con il pittoresco quartiere di Chinatown e Corso Como Caffè.
Un’area che era il capolinea dei treni provenienti da Novara, Gallarate e Varese, dismessa all’inizio degli anni ’60 e riqualificato grazie a un pool di architetti di reputazione internazionale, che ha ridisegnato la zona plasmando aree verdi, piazze, ponti e piste ciclabili. Un quartiere futuristico ma saldamente legato alla Milano di ieri, dove sorge l’Hotel Milano Verticale | UNA Esperienze e il ristorante Anima. Un hotel quattro stelle business e leisure, a pochi minuti dalla stazione Porta Garibaldi, coacervo chic di arte, moda, design, ed enogastronomia, con un’atmosfera calda, contemporanea, che in qualche modo ricorda la filmografia americana degli anni Sessanta.
Un urban resort, per brevi o lunghi soggiorni, soluzione per piccoli e grandi eventi, con camere e suite di un’eleganza sobria e ricercata e il panoramico roof al tredicesimo piano di 530 mt. che in occasione di eventi privati, può estendersi a 900 mt. includendo le quattro raffinate e confortevoli Penthouse Suite modulabili; insieme al giardino, uno spazio verde di 1000 metri quadri a pochi passi dalla hall, per eventi sartoriali, collegabile allo spazio espositivo esterno in Piazzetta della Magnolia sull’angolo di Via de Cristoforis, in prossimità di piazza Gae Aulenti; a cui si aggiungono le cinque sale meeting, con la nuovissima digital SmartRoom e la Terrazza al quarto piano, capace di contenere 250 ospiti. Ma è anche una gourmet destination, con il ristorante Anima, aperto a fine maggio 2021 da Enrico Bartolini, che ha scelto di proporre tre ambiti ristorativi coordinati dal resident chef Michele Cobuzzi: il Bar con giardino, l’Osteria contemporanea Vertigo e il Ristorante fine dining Anima, tre occasioni per immergersi nel mondo Bartolini e scoprirne la cucina.

Michele Cobuzzi
“Sono felice di condividere con Michele la sua Puglia e orgoglioso di lui e di tutto il team” – commenta Enrico Bartolini. “A partire dal Restaurant Manager Edoardo Molteni e alla brigata di sala, che hanno portato Anima a un eccellente livello, al Bar Manager Stefano Carioni e alla Sommelier Cristina Pinciroli”. Quella di Michele Cobuzzi, arrivato ad Anima in ottobre 2021, è una proposta complementare all’idea di cucina di Bartolini, ed è influenzata fortemente dalle sue radici mediterranee. “La stella è un traguardo a cui ambisce ogni chef e sono felicissimo di aver contribuito a un successo che è di tutto il team – conferma Cobuzzi –. Ringrazio i colleghi di sala e cucina e naturalmente Chef Bartolini per l’opportunità che mi ha dato coinvolgendomi in questo progetto. La stella mi ha dato una grande energia e tanto entusiasmo per migliorare sempre di più e soddisfare i nostri ospiti e le loro aspettative”. Michele Cobuzzi, classe 1989, è cresciuto nella campagna foggiana, circondato dalla natura, dagli uliveti secolari, dalla frutta e dagli ortaggi che in Puglia hanno una straordinaria concentrazione e ne ha assorbito l’essenza. A questo si unisce la cucina di casa, appresa senza immaginare che sarebbe diventato il suo mestiere, osservando la mamma ai fornelli, frequentando la scuola alberghiera di Foggia e a 14 anni, cominciando a fare esperienza nei ristoranti. Poi le esperienze professionali accanto a Gordon Ramsey a Siena, da Bracali in Maremma, al Luogo di Aimo e Nadia a Milano, all’Enoteca Pinchiorri di Firenze e in Irlanda, cruciali per la sua formazione. Momenti che fanno parte del suo vissuto e si ritrovano nella sua coinvolgente proposta gastronomica, che con Anima trova la sua massima espressione.
Sette tavoli e apertura solo serale (anche agli esterni), per una proposta che si concentra su due menu degustazione: ‘Le mie certezze – Un percorso di piccole grandezze’, con cinque passaggi a 140 € e ‘Intensità – Otto assaggi della mia cucina’ a 170 €. Una cucina di consonanza che nella sua ricerca della sintesi, ci parla di ricordo, di esperienze autentiche, di bisogno di raccontare e necessità di confronto, senza mai perdere di vista la piacevolezza. Suggestioni che ci confermano padronanza delle tecniche e capacità espressive, non comuni. Da non perdere il Royale di foie gras, scampo e frutto della passione; i Fusilli allo yuzu, seppia, cicoria ed emulsione di pollo nostrano; il Rombo chiodato, lemongras, vaniglia e salsa alle cozze; il Soffice alla nocciola, pere, miso e agrumi.
enricobartolini.net
Photo credits: Nicolò Miana, Paolo Chiodini, Marco Poderi