SETA, SINFONIA DEL MANDARIN ORIENTAL MILANO

Le cangianti nuances dell’esclusività del ristorante Seta di Antonio Guida, al Mandarin Oriental Milano, accarezzano i sensi e i desideri: che si prenda posto nel dehors o nelle riservate salette contigue, la dimensione della celebrazione dell’opera prima si rivela, coinvolgendo sensi ed anima. Lo studio architettonico e di interior design di Antonio Citterio e Patricia Viel espone una caratterizzazione décor che armonizza la stilizzazione in bianco e nero alle cromìe incisive dei complementi d’arredo. Sussurri sofisticati di una dimora meneghina dell’alta borghesia degli anni Trenta, ricercati dettagli che mettono in naturale connessione interni ed esterni, nel rispetto dell’identità storica del luogo che vive del dinamismo contemporaneo, rivelando l’essenza di una Milano inedita e la ricercatezza di uno stile che si fa nutrimento estatico.

Dinamismo contemporaneo ed evoluzione, connessione ad un sentire diffuso di etica e solidarietà, che nel filtro artistico della visione dell’executive chef Antonio Guida, si proiettano nella verticalità di un menù dedicato all’orto. Antonio Guida sostiene l’associazione ed impresa agricola sociale Pappalunga, che coltiva secondo le tecniche biodinamiche, trovando impiego a chi vive le problematiche di una disabilità cognitiva.

Manuel Tempesta, responsabile di sala, e Antonio Guida, executive chef

I carciofi e la scarola rivelano un’audace carnalità, screziati dalla salsa alla curcuma, dalle spezie e dall’insospettabile wafer di spinacini e banana. La melanzana al miso trova vibrante enfasi nel mais al whisky, salsa al cumino a sottolineare gli aromi più umbratili e balsamici. Le conchigliette al tandoori sono trasposizione di un mare che è sempre nell’anima dello Chef, gel all’aglio nero come fosse inchiostro di seppia ed infuso di patata arrosto che si fa anche amabile consommé da meditazione, la carezza corroborante che è umami vegetale.

Conchigliette al tandoori

Scegliere secondo ispirazione à la carte è sempre possibile, soprattutto è imprescindibile assaggiare gli iconici risotti, il petto di pollo ficatum, il piccione al mango, l’anguilla laccata al vino rosso o la voluttuosa animella, che per la stagione estiva brilla dei compendi di pompelmo, barbabietola e cioccolato. La bieta farcita con vongole, canestrelli e salsa all’ostrica, profuma di curry e seduce con l’architettura stilizzata di coste e foglie che celano i mitili come fossero mikado di seta. Menzione speciale merita il carrello dei formaggi, tra erborinati rari e Comté affinati, serviti con Melba toast ai semi, pane all’uvetta e composta di rabarbaro e fragole di bosco.

Federico Dell’Omarino executive sous chef del ristorante Seta, alter ego di Antonio Guida da oltre vent’anni, definisce la compiutezza di uno stile corale, che sottrae sovrastrutture illuminando di cosmopolitismo e vivacità artistica. I nuovi avant dessert ideati dal pastry chef Marco Pinna – con la collaborazione dell’eleganza tecnica e stilistica di Selene Coppotelli – tratteggiano l’ideale legame tra dolce e salato, definendo ciò a cui tutti dovrebbero mirare.

Marco Pinna, pastry chef

Il parfait alla liquirizia, montato a millefoglie tra tabacco Kentucky cristallizzato, pera in osmosi di spezie e crema al caffè, coinvolge con l’evocatività dei sentori di rosa damascena, con le trame scandite all’assaggio e le texture conturbanti, nella raffinatezza monocromatica che sorprende. I petit four definiscono idilli di ricercatezza aromatica e soave espressività.

Parfait alla liquirizia

In sala Manuel Tempesta coordina un servizio di precisione stilistica e adorabile definizione, supportato dalla professionalità risolutrice di Mauro Scialfa. Esclusive etichette istoriano l’enoteca letteraria di Andrea Loi, un’antologia che coinvolge l’attenzione su microcosmi enologici selezionati ad arte, ricercando il sommo valore dell’espressività dei millesimi d’elezione.

 

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