TERRAZZA GALLIA, L’ESTATE DEI FRATELLI LEBANO

Osservare dall’alto la ritmica quotidiana di Milano permette di afferrarne le diverse facce, consolidate in una sola anima. La Terrazza Gallia si affaccia su Piazza Duca d’Aosta, anticamera della Stazione Centrale, e sulla lunghezza di Via Vitruvio. Una zona che sembra il ritratto impazzito della velocità, di giorno, e si ammansisce verso sera, quando le mura della stazione iniziano a colorarsi di un giallo dorato e poi di rosa, fino al congedo del sole. Al misterioso cielo scuro della notte ribattono insistentemente le luci urbane, che mettono in risalto una strana calma su una delle aree più attraversate di Milano. Sulla Terrazza Gallia nelle sere estive spesso gironzola fra i tavoli una brezza leggera. Milano si sgonfia del peso diurno e, vista da lì, sembra riappropriarsi di un respiro. È come assistere alla quiete dopo il tornado o come la carezza del gigante buono, nelle favole. Quel polmone finalmente libero accompagna la cena sulla Terrazza, con un’atmosfera rara, che solo Milano di notte sa dare. Per tutto il resto, ci sono i piatti dei fratelli Lebano e i vini proposti dal Sommelier Paolo Porfidio.

Da sinistra: l’Assistant Restaurant Manager Giuseppe Lepore, l’Head Sommelier Paolo Porfidio e gli Chef Antonio e Vincenzo Lebano

Campani di nascita, Antonio e Vincenzo Lebano sono cresciuti attraverso cucine prestigiose, fino ad approdare ad una delle massime, quella dei fratelli Cerea al Da Vittorio. Furono proprio loro, i Cerea, allora consulenti per la ristorazione del Gallia, ad assegnare ai Lebano il ruolo di Executive Chefs della Terrazza, consapevoli delle abilità raggiunte dai due. Abilità che si riconfermano ad ogni menù. Come quello estivo, escalation di sorprese e piacevolezza del palato, disponibile sia a pranzo che a cena.

Antonio e Vincenzo Lebano

Sono innanzitutto da segnalare le porzioni, parecchio generose. E questo non per esaltare il concetto di “quantità”, ma piuttosto per notare la genuinità dei fratelli Lebano, nel desiderio di cucinare per l’ospite come fosse la più ancestrale e bella forma di accoglienza. Questo amore per l’ospitalità gli scorre probabilmente nel sangue per origine e per genetica. Del resto, Vincenzo e Antonio Lebano hanno saputo fondere armonicamente le loro radici campane con l’aria milanese che respirano ormai da diversi anni. Una fusione, questa, che si rintraccia particolarmente in uno dei piatti proposti nel menù estivo, la Ricciola alla brace, pomodoro giallo, taralli, erbe e fiori. Un piatto che lascia davvero senza parole, giocato sull’intensità e sulla delicatezza, quasi fossero una l’eco dell’altra. Il nuovo menù riserva altri piatti eccezionali, come il Tonno, mandorla siciliana e fichi o il Risotto il chicco del Mulinolimone salato, sgombro affumicato, gelsomino, per non parlare della ricca sfilata di amuse bouche, fra cui val la pena ricordare il Mini sandwich al salmone e limoni canditi e il Corn dog di gamberi e maionese al mais. In accompagnamento, l’incredibile Dashi e pane al pomodoro.

Tonno, mandorla siciliana e fichi

Tra i grandi classici, ormai cavalli di battaglia dei fratelli Lebano, ricordiamo invece i celebri Spaghettoni Masciarelli Miseria e Nobiltà”, pane atturrato, caviale di aringa e, per omaggiare lo stemma dei Cerea, i Paccheri alla Vittorio. Durante la stagione estiva ci sarà una particolare serata dedicata ai sogni, alle spiagge lontane o vicine dove non serve altra musica se non il fruscio dell’acqua che le sfiora. Ogni venerdì sera la Terrazza Gallia proporrà il menù “Il Mare a Milano”, dove il protagonismo è riservato ai piatti di pesce, fra cui il Gran fritto misto da condividere al tavolo.

Paccheri alla Vittorio

Tutto questo, scortato elegantemente dalle proposte di Paolo Porfidio, Head Sommelier del ristorante. Un passato tracciato negli studi enologici lo rende oggi un professionista a 360 gradi, competente della materia come pochi. Difficile trovare qualcuno di più azzeccato ad accompagnare il commensale per mano, alla scoperta dell’abbinamento perfetto, ma soprattutto alla scoperta dell’universo vinicolo, racchiuso in una carta di 650 etichette.

Paolo Porfidio

Nonostante l’ambiente indubbiamente elegante, definito nel lusso dei servizi e nella modernità degli arredi, la Terrazza Gallia rimane realmente un posto capace di far sentire a casa. Un fattore ormai raro, che qui è raggiunto probabilmente grazie alla componente umana, sia del servizio che della cucina. Non solo Paolo infatti, ma anche tutti i ragazzi e le ragazze di sala sanno accogliere con una gentilezza informale, mai ostentata, mai eccessiva. I piatti, invece, parlano da soli. Pare di essere capitati in una famiglia campana di quelle veraci, che ancora si emoziona quando qualcuno apprezza la sua cucina. Perché per alcune persone la cucina è un fatto intimo, personale, che il commensale ha il compito di trattare con delicatezza.

Mentre qualche musicista di strada suona la notte di Milano, giù in Piazza Duca d’Aosta, la cena della Terrazza Gallia accompagna le ultime ore di un giorno nascosto, acquattato sulle cime di un Hotel fra i più storici della città.

 

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