RITROVARE SÉ STESSI AL TENNE LODGES
Quella tappa del Giro D’Italia rimase scolpita nella memoria di molti. Era il 4 giugno del 1994 e mentre il gruppone si sfidava nei 235 chilometri della Lienz-Merano, a 40 chilometri dal termine, in prossimità del Passo del Monte Giovo (2094 mt.), un ventiquattrenne semisconosciuto sorprendendo tutti scattò, raggiunse il valico, lo superò e sotto una pioggia battente, velocissimo, quasi sdraiato sulla bici in una inconsueta posizione aerodinamica che farà epoca, raggiungerà Merano, tagliando in solitudine il traguardo e conquistando la sua prima vittoria da professionista. Quel giovane era Marco Pantani, tra i più forti scalatori di tutti i tempi. “La sua era una danza, uno spettacolo di leggerezza e potenza, di bicicletta e ascensione” ricorda Giovanni Battistuzzi sul Foglio “Pantani era attacco e sentenza, quella della salita, quella della fatica, quella della meraviglia degli scalatori”.
Un valico da quel giorno divenuto eroico per gli amanti della bicicletta, che consacrerà il campione romagnolo, uno spartiacque tra la Val Passiria e l’alta Valle Isarco, linea di demarcazione tra le Alpi dello Stubai e le Alpi Sarentine, ben visibile dalle ampie vetrate del resort Tenne Lodges nella verdeggiante Val Racines. Citato in un documento dell’888 d.C. dove compare per la prima volta il termine latino Jugum, che significa valico, il Giovo vigila sulla val Racines in tutta la sua imponenza e autorevolezza, stimolando la voglia di scoprirne la bellezza.
D’inverno è un paradiso per gli amanti di sci, snowboard, slittino e fondo, attraverso oltre 28 chilometri di piste, con snowpark, funslope, un’ampia area riservata ai più piccoli, baite gourmet tipiche, che si raggiungono in un breve lasso di tempo grazie agli impianti della frazione Colle a pochi metri dal Tenne, mentre d’estate c’è solo l’imbarazzo della scelta tra una fitta rete di sentieri per tutti i gradi d’allenamento e fior di itinerari in bici o in e-bike per vivere profondamente una natura tra le più selvagge e incontaminate dell’Alto Adige. Un’invidiabile posizione quella del Tenne Lodges che ne fa un approdo sicuro per chi ama dormire bene e mangiare anche meglio, e riversarsi l’indomani nelle molteplici attività che l’area della Val Racines offre in tutti i periodi dell’anno.
Guidato da Daniel Rainer-Scholzhorn, terza generazione di una famiglia di albergatori attiva da oltre quarant’anni, il resort 5 stelle, è parte del gruppo Hotel Racines, sei strutture tutte ubicate in val Racines: Berg Hotel, Wellness Sporthotel, Tenne Lodges, Pensione Rosenheim, insieme agli Appartamenti Daniel e agli Chalet nella foresta. Una vocazione all’ospitalità che impegna nelle diverse strutture tutta la famiglia, mamma, papà, Daniel e due sorelle e trova nel Tenne Lodges la massima espressione di eleganza e confort. Un avveniristico edificio di design in legno, inaugurato il 1° Dicembre 2016, che prevede in ognuno degli appartamenti tra i 50 e i 70 m², salotti in tessuti naturali, letti matrimoniali lattoflex kingsize, scrivania, balcone panoramico, angolo cottura e tavolo da pranzo.

Photo credits Rotwild Tenne Zimmer
“I miei nonni materni erano originari di Racines” racconta Daniel “ma avevano dovuto spostarsi a Bressanone per mancanza di lavoro insieme a mia mamma che vi è rimasta diciotto anni diplomandosi al liceo. Una volta tornati al paese hanno concretizzato il loro sogno, aprire il Berg Hotel, uno dei primi alberghi quattro stelle della zona; nel frattempo mia madre ha conosciuto mio padre, che aveva la pensione Rosenheim. L’unione di queste due strutture gestite a livello familiare, circa trent’anni fa ha dato inizio a tutto. Dopo poco il nonno passerà le redini del Berg Hotel a mia mamma e a mio zio, che quando verrà a mancare mi lascerà il terreno dove sono sorti gli appartamenti. Circa quindici anni fa abbiamo costruito il Wellness Sporthotel che oggi è seguito da mia sorella, quattro anni fa il Tenne Lodges che seguo io e l’anno scorso gli chalet a soli tre chilometri di distanza. Il progetto del Tenne Lodge in pietra della Val di Vizze e abete rosso non verniciato porta la firma di Martin Gruber (gruber-partner.com), un architetto di Bressanone famoso anche all’estero per la realizzazione di edifici avveniristici. Volevamo un edificio innovativo che rappresentasse le tradizioni della valle e della nostra famiglia. Ed è per questo che abbiamo deciso di chiamarlo Tenne che in alto atesino significa fienile: un edificio tradizionale, usato storicamente dalle famiglie contadine, dove si viveva, si lavorava e si conservava il fieno”.
Gli ampi e confortevoli ambienti comuni del Tenne sono in legno e conferiscono una calda atmosfera da tipico hotel di montagna, da godere gustando una cioccolata calda, una tisana, un gin-tonic (con diversi gin alto atesini), oppure lasciandosi guidare nelle degustazioni organizzate da Daniel nella suggestiva cantina in pietra con il tavolo sospeso, ma anche curiosando nello shop, tra sciroppi, marmellate, thè, grappe e liquori della Val di Freres, o ancora godendosi un sigaro Davidoff dalle pregiate selezioni cubane del fumoir dedicato. Il wellness in Alto Adige è un rito che accompagna i suoi abitanti da secoli, fin dai tempi dei bagni contadini, uno stile di vita che caratterizza la regione, ancor più al Tenne Lodges, dove la giornata termina solo dopo essersi dedicati un po’ a sé stessi. Un bagno nella piscina esterna con acqua Surgiva, qualche bracciata nella piscina a sfioro 17 mt., a mollo nella jacuzzi, un idromassaggio, una breve camminata nel percorso Knipe e qualche minuto in sauna per stimolare la circolazione, a cui seguirà un massaggio tonificante.
La proposta gastronomica si connota per la mano particolarmente abile dello chef tedesco Mike Bräutigam, classe 1981, nativo della città di Gera in Turingia, dove nacque il pittore impressionista e dadaista Otto Dix. Dopo diverse importanti esperienze in Europa e negli States, accanto agli chef tre stelle Georges Blanc (Lione), Norbert Niederkofler (Alto Adige), Heinz Beck (Roma), Daniel Boulud (New York), ai due stelle Francois Piege (Hotel Crillon-Parigi) e Paul Steiner (Restaurant Hirschen-Salisburgo), Mike approda nuovamente alla corte dell’ottavo re di Roma Heinz Beck, nella sua enclave romana a La Pergola dell’Hotel Cavalieri Hilton, riaffermando la stima che lega i due chef, tanto da essere invitato dopo pochi mesi a ricoprire il ruolo di Head chef al ‘Restaurant Gusto by Heinz Beck” presso l’Hotel Conrad di Quinta de lago (Portogallo). Poi nel 2016 il ritorno in Alto Adige e l’inizio della proficua collaborazione con la famiglia Rainer-Scholzhorn alla guida della ristorazione del Tenne Lodges di Racines.
“Venticinque anni di militanza nelle cucine di mezzo mondo mi hanno fatto capire quanto sono importanti le radici e quanto sia bello e autentico condividerle con i propri ospiti” conferma Mike Bräutigam. “La cucina del Tenne Lodge è una combinazione tra tradizione alto atesina ed esperienze condivise con i miei collaboratori e la proprietà. Certi piatti nascono dopo un viaggio, dal ricordo di qualcosa che ci ha particolarmente colpito e che cerchiamo di riprodurre magari utilizzando gli ingredienti locali, dandogli nuova vita, con l’intento di proporre una cucina divertente, salutare, ma anche energetica e leggera, visto le attività sportive che si fanno quando si soggiorna a Racines”
E prosegue: “Verdure, carni, selvaggina, uova, salumi, formaggi, sono scelti attentamente con la collaborazione di selezionatori di fiducia e di contadini e allevatori della valle, mentre i menu che proponiamo, cambiano ogni giorno in relazione alla stagione e puntano alla piacevolezza e all’appagamento gustativo, attraverso tradizioni culinarie alpine e mediterranee, frutto del nostro vissuto”.
I piatti, anche quelli vegetariani e vegani, frutto di profonde riflessioni e di combinazioni riuscite tra verdure, erbe alpine e spezie, esprimono tutta l’esperienza dello chef e la sua ampiezza di vedute, coniugata a una buona dose di entusiasmo che Mike riesce a infondere allo staff ma anche agli ospiti. Tra i piatti più interessanti, il cous cous verde con salsa di fichi e frutta secca, che si origina dopo una delicata marinatura con the ed erbe spontanee; gli gnocchetti al pane contadino con selvaggina, formaggi locali, grano saraceno, segale, spezie; il succulento filetto di branzino coniugato con successo ai fagioli borlotti, germogli di soia e dashi beurre blanc; il risotto al radicchio e limone; i tortellini all’ossobuco, parmigiano, saba di mirtilli rossi e cacao; i saltimbocca di faraona, con lenticchie di montagna, rafano e patate paglia. Non da meno la proposta dessert, dove l’abilità dello chef e del team si esprime in proposte talvolta ardite, ma sempre centrate, che uniscono non di rado cioccolato, frutta, spezie, alternando con mestiere salato e dolce, come nel riuscito sorbetto al melone, citronella, aroma di finocchio, gianduia; nella granita di fragole con tapioka di fava tonka, cioccolato, sesamo; nel cioccolato Valrhona, sorbetto al cioccolato e capperi, che grazie alle sue delicate acidità riesce ad amplificare l’intensità gustativa dell’intero piatto.