ARTE A SAN LEONARDO: LE “MEMORIE DI COSE AFFIDABILI” DI LINDA FREGNI NAGLER
L’atmosfera è quella della magnificenza dei tempi passati. Saloni affrescati, cassettoni intarsiati, drappi e tendaggi curatissimi e pareti adornate da parati di gran classe, dove prendono vita i quadri d’epoca incentrati su scene sacre e gesta epiche. Antichi lampadari e tradizionali applique illuminano pavimenti, ora di parquet di rovere, ora di mattonelle con disegni esagonali e greche di assoluto pregio. Palazzo Taverna è decisamente un magico involucro, una sorta di macchina capace di portare per mano i presenti in uno splendido viaggio a ritroso nel tempo.

Anselmo Guerrieri Gonzaga, Ilaria Tronchetti Provera e Linda Fregni Nagler
Quest’anno i meravigliosi padroni di casa, Il marchese Anselmo Guerrieri Gonzaga e la consorte Ilaria Tronchetti Provera, hanno presentato la terza edizione di Arte a San Leonardo che per l’occasione ha visto protagonista la stimatissima fotografa Linda Fregni Nagler. La regia è sempre nelle mani di Giovanna Amadasi che ha presentato anche le due scorse edizioni, la prima con Simone Berti (2023) e la seconda con Marzia Migliora (2024). Protagonista del racconto, anche quest’anno, è il “tempo”. Questa volta raccontato attraverso gli oggetti raccolti dal Marchese Carlo all’interno del museo di San Leonardo. L’artista nei lunghi periodi passati all’interno dell’azienda ha cercato di raccogliere notizie attraverso incontri e suggestioni, utilizzando lo scorrere del tempo e la memoria degli uomini. Memoria intesa come custode di un contesto sociale, di un paesaggio unico, di una storia antica. Memoria ispirata da oggetti, oramai desueti, che prendono nuovamente vita se osservati, se raccontati. “Memorie di cose affidabili” è il titolo del lavoro presentato dall’artista che di questi arnesi ne analizza l’essenza e il cuore.

Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti Provera
“L’ attenzione quasi ossessiva per i piccoli dettagli che compongono la realtà e il modo in cui noi la interpretiamo attraverso loro” spiega Linda Fregni Nagler, “portano il racconto dalla fotografia al disegno (e ritorno)”. Sono utensili pregni di quella memoria storica che l’autrice esamina attraverso vari criteri, in primis quello estetico. Le appaino chiari gli aspetti di obsolescenza, di mistero, d’incapacità di decifrarne facilmente l’utilizzo in un’atmosfera quasi surrealista. Ma la sua analisi va ben oltre. L’autrice affronta il lato storico degli oggetti contenuti nel museo e cerca di comprenderne la genesi, sia come strumento di lavoro sia come competenza richiesta. Cerca di conoscerne le necessità che li hanno generati, le mani e la sapienza necessarie, il sapere collettivo attraverso il quale si sono evoluti.
Tuttavia questo potrebbe rischiare di rimanere un racconto muto se non accompagnato da immagini rappresentative, ed è proprio qui che l’artista sviluppa un suo percorso di elaborazione. Fotografa, disegna, per poi fotografare nuovamente. La fotografia è uno strumento capace di velocizzare il processo di racconto della realtà, a differenza del disegno che risulta invece molto più lento. Tra loro, però, esiste una relazione diretta e che permette di connettere al racconto le immagini. Dalla ripresa meccanica della realtà, tipica della fotografia, l’artista arriva al disegno come strumento di passaggio tra l’esame visivo e la mano che la riproduce. Una sorta di “procedere adagio” capace di cogliere sia l’essenza, sia il cuore dell’oggetto che appaiono vividi nel segno indelebile lasciato sulla carta. Fregni Nagler ha realizzato cinque opere originali ispirate ad altrettanti oggetti del Museo di San Leonardo. Tra questi c’è il Colmatore di Leonardo da Vinci, strumento di antica memoria che riunisce in sé tutto quello che l’autrice attraverso il disegno voleva raccogliere e raccontare, che è stato scelto per l’etichetta d’artista del vino di San Leonardo.
La stampa rimanda agli antichi negativi fotografici esaltando i toni del grigio, del bianco e dell’argento. Ed è propria questa memoria delle cose affidabili che ritroviamo nel San Leonardo 2020. Un’annata che ha visto il perfetto equilibrio tra le giornate di sole e le piogge donando al vino una freschezza intensa e un tenore alcoolico contenuto. “La 2020 è destinata a rimanere negli annali della tenuta come una delle espressioni più delicate e affascinanti” afferma Anselmo Guerrieri Gonzaga. Il vento del Garda, che da sempre attraversa la valle, rende meno rigido l’inverno e il sole, nel suo passaggio da est a ovest, garantisce sia un’ottima e intensa luminosità sia il giusto calore, senza aggredire le viti con una lunga irradiazione diretta. L’ombra dei monti di entrambi i versanti a ridosso dell’Adige crea un “ombreggiamento che agevola una maturazione lenta, un buon equilibrio acido ed una salvaguardia degli aromi”. Tale condizione limita l’accumulo eccessivo di zuccheri nei grappoli assicurando un bilanciamento naturale per la maturazione dei grappoli. Infine, per nulla trascurabile, il passaggio rapido del sole nella valle favorisce importanti escursioni termiche, in particolare nel mese di settembre, che garantiscono complessità aromatica e profondità al vino.
“L’annata 2020” conclude Anselmo Guerrieri Gonzaga, “sottolinea l’essenza della filosofia di San Leonardo: un vino che incarna raffinatezza e longevità, in grado di emozionare oggi e sorprendere negli anni a venire con la sua grande capacità evolutiva … e che in sole 999 unità vestirà l’etichetta d’artista firmata da Linda Fregni Nagler”. Il vino risulta decisamente interessante non appena lo si versa nel bicchiere. Un rosso rubino intenso e luminoso, attraversato da riflessi leggermente granati, anticipa intensi profumi di frutti di bosco, seguiti da note aromatiche e balsamiche a cui si accompagnano accenni di tabacco e spezie. All’assaggio si presenta già pronto seppur decisamente vivace. La fermentazione in cemento e l’indiscutibile bravura nell’arte dell’assemblaggio hanno lasciato ben percepibili quei tannini decisamente raffinati che gli donano eleganza, equilibrio e carattere. Ma è la profondità e la grande persistenza che ci confermano di un’annata indimenticabile.
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