BIBI GRAETZ, L’ARTE DI FARE VINO
E’ notorio il fatto che l’arte sia una tra le voci più difficili e complicate a definirsi, tanto che i grandi filosofi da parecchio tempo hanno smesso di cercare una risposta definitiva all’annosa questione. Un’opera d’arte che per esempio rappresenta un vino, non ha, in effetti, valore come interprete di quell’etichetta in particolare, ma è attraverso il vino stesso che riesce ad emozionare o al limite a colpire. Insomma, in tale accezione il vino non è il fine, ma diviene uno strumento piuttosto interessante per fare arte.
Bibi Graetz l’ha capito da tempo, poiché sa altrettanto bene che il nettare di Bacco è un’arte ambientale, che a sua volta acquista un significato straordinario nella convivialità. Perché è proprio nell’attività diretta a trasformare oggetti dell’ambiente secondo fini espressivi che Bibi riesce a sprigionare la sua energia solare e cosmopolita: un pittore (figlio di uno scultore) prestato all’enologia, che considera la vigna come la sua tela, che mette in assoluto risalto la natura e che fa della cultura della terra il proprio fiore all’occhiello. Un po’ artista, un po’ vignaiolo, ma sicuramente creativo, umile e in pace con se stesso, che rivela la sua contaminazione più genuina, ossia quella di sperimentare andando ad assemblare differenti uve o appezzamenti, così come il pittore sceglie le tonalità cromatiche, a lui più consone, ricavandole dalla tavolozza.
Ecco allora che, adesso, la dinamicità della famiglia Graetz prende ulteriore slancio con lo “Chateau in città”, dislocando dalla campagna (Castello di Vincigliata) alla residenza cittadina (Fiesole) i due grandi cru, cioè i celeberrimi Testamatta e Colore. Una chimera bordolese, sullo stile delle grandi maison francesi, dove il tutto sta in luogo: dimora di famiglia, cantine di vinificazione, barricaia, uffici, logistica, senza far mancare poi, fra qualche tempo, la foresteria per gli ospiti.
“Fiesole” racconta Bibi “è il luogo dove il mio sogno sul vino è cominciato, dove anche io sono nato. Poi come non innamorarsi di questa vista. D’altra parte, sentivo che era giunto anche il momento di fare una nuova cosa, di lanciarmi in una nuova avventura, di prendere il volo perché nel Castello non avevo più la possibilità di crescere, svilupparmi, ma volevo in ogni caso restare vicino, per mantenere stretto il legame tra l’attività e la vita quotidiana della famiglia. Anche se, ovviamente, è difficile replicare la bellezza di Vincigliata”.
Una terrazza panoramica che scruta dall’alto Firenze in tutta la sua opulenza, quella che rimane giustamente per tutti la culla di quello straordinario periodo dove anche l’artista (un pò come Bibi) si è liberato dalla sua gabbia di semplice esecutore materiale per rivendicare l’originalità e soprattutto la sua identità, iniziando per la prima volta a firmare le proprie opere.
TESTAMATTA 2018
Sangiovese 100%
97/100
Olfatto cangiante, di grande fascino, con sentori di liquirizia e resina, seguiti in cascata da more di gelso, noci, incenso e spezie. Bocca calda e morbida, di gustosa masticabilità, vitalizzata da tannini maturi e dalla spina sapida. Nel finale si susseguono tracce fruttate e minerali. Eccellente. I vigneti, dislocati tra Lamole, Vincigliata, Londa, Montefili e Siena, superano gli 80 anni e vengono vendemmiati fino a 8 volte. Fermentazioni con lieviti autoctoni, in barriques senza alcun controllo di temperatura, con 6 follature manuali al giorno. Affinamento di circa 2 anni.
COLORE 2018
Sangiovese 80% Canaiolo 10% Colorino 10%
96/100
Concede già da ora superbe fragranze di ciliegia in confettura, macchia mediterranea, iodio, eucalipto e spolverate di cacao e caffè. L’assetto gustativo punta su una struttura calda, cremosa quasi priva di spigoli, dove l’abbraccio tannico e l’acidità concorrono egregiamente nell’assicurargli una terziarizzazione equilibrata e dal florido avvenire. Persistenza ammaliante. Da vigneti di Lamole, Vincigliata e Siena, vendemmiati anch’essi fino a 8 volte, in modo da raccogliere tutte le uve al giusto punto di maturazione; 6-8 follature manuali al giorno, 30 mesi di affinamento in barriques.