TENUTA DI ARCENO. SENSE OF PLACE

Vocazionalitá di un territorio che esprime un preciso rapporto tra vigna e vino, definito ma mai omologato; sinergie terra – uomo, stile e qualità come forma mentis. Ci sono poi i “punti di origine”, in etrusco Archè, oggi Arceno, a delineare un percorso che si snoda dagli anni ’90, ma che ha radici ben più lontane. Eccola, Tenuta di Arceno.

 

Situata a Castelnuovo Berardenga, tra il fiume Ambra e l’Ombrone, rappresenta un luogo particolarmente adatto sia alla produzione agricola che alla viticoltura. Acquisita nel 1994 da Jess Jackson, imprenditore agricolo californiano, e da sua moglie Barbara Banke, attualmente alla guida della Jackson Family Wine con alcuni membri della famiglia, è una delle realtà più significative del Chianti Classico.

Lawrence Cronin e Pierre Seillan

Con cura estrema dei nostri vigneti, ascoltando il messaggio della terra, a Tenuta di Arceno non facciamo altro che rispettare le espressioni dell’uva per avere vini che riflettano a pieno le caratteristiche uniche della nostra proprietà” ci raccontano i proprietari. La consulenza in campo vitivinicolo ed enologico è affidata a tre grandi nomi che con la loro competenza stanno creando etichette con un unico comune denominatore: identità. Sono Pierre Seillan, francese di Armagnac, straordinario “vigneron” con esperienza ventennale a Bordeaux, Lawrence Cronin, enologo di origini italiane e professionista dal 1995 in California nella selvaggia Mendocino County e Michele Pezzicoli, responsabile dei vigneti, da lungo tempo in Chianti Classico, a “costruire” con sensibilità e sostenibilità sorsi che esprimono unicità e determinazione.

La Tenuta offre novanta ettari di vigneti con caratteristiche pedologiche, climatiche e topografiche molto diverse. In questo modo è davvero molto semplice ottenere vini dallo stile preciso e definito, mettendo in risalto prima di tutto il Sangiovese, vitigno principale della Tenuta insieme agli internazionali Cabernet e Merlot.

Tra i dodici differenti terreni spicca il galestro, tipico suolo toscano situato in diversi punti di Arceno, mentre sui versanti collinari a 500 metri di altezza, prevale scisto e balsato. Un mosaico di rocce e argille che garantiscono uve eccellenti anche in annate difficili. Alla base una specifica filosofia: lo stile di ogni singola etichetta, come sottolinea spesso Pierre, è la conseguenza naturale di percorsi di ricerca tutti incentrati su “microcru”, espressione univoca di peculiari parcelle di vigneto.

2015 Strada al Sasso

Il Sangiovese trova una compiuta espressione in Strada al Sasso, un singolare vigneto piantato nel 1998, da cui prende vita la Gran Selezione, il vino “forse” più intenso e profondo di Tenuta di Arceno. Vino complesso, una palette olfattiva di frutti neri, sottobosco, foglie di alloro, gli aromi di caffè tostato, la noce moscata. Al palato è denso e concentrato, fresco e sapido. L’acidità è tipica del Sangiovese.

Arcanum

In contrapposizione (è un’anteprima assoluta in degustazione) Arcanum Igt 2016, blend dei migliori microcru dei 16 ettari di Cabernet Franc della tenuta. Vino di grande fascino ed eleganza, particolarmente adatto ai lunghi invecchiamenti ma piacevole anche da giovane con i suoi aromi di viola, rosa e delicate note speziate. Al naso dominano i frutti scuri, il ribes nero e i frutti di bosco. Il palato è un esplosione di cacao e caffè, il frutto è ben definito, i tannini rotondi.

Il Fauno

Superbi tutti gli assaggi dei tagli bordolesi che incarnano la diversità della tenuta, in particolare i vigneti Di Sotto, la Curva, Colombaio e San Giovanni che danno vita a Il Fauno di Arcanum e Valadorna Igt Toscana. Il primo, taglio bordolese con prevalenza di Merlot (51%),  31% di Cabernet Franc, 17% di Cabernet Sauvignon e 1% di Petit Verdot, è un vino balsamico con profumi di erbe aromatiche, menta e cedro. Il tannino vellutato incontra un finale decisamente persistente.

Valadorna

Valadorna invece è un blend a base di uve Merlot (61%), provenienti principalmente dai vigneti Valadorna e Capraia, con il 19% di Cabernet Franc, il 14% Cabernet Sauvignon e un saldo di Petit Verdot (6%). Un vino che trasmette in modo significativo la complessità e la ricchezza del terroir. Note di marasca, fichi neri e la dolcezza dello zucchero di canna si inseriscono in profumi che sanno di terra, ferro e grafite. Un vino ricco e vellutato dal palato pieno, dal finale lungo e persistente caratterizzato dall’uso magistrale della barrique di quercia francese, nuova e di secondo passaggio.

Un viaggia a ritroso nel tempo, dal 2016 fino alla vendemmia 2008, a conferma che l’unico formulario è costruito intorno al suolo e che il messaggio universale di Tenuta di Arceno si può chiaramente sintetizzare in “quality first, but style above”.

 

tenutadiarceno.com