I PARCELLARI, AMORE PER IL DETTAGLIO
Gli occhi sfuggono leggermente, come a cercare di cogliere la profondità di un ricordo. Poi lo sguardo si abbassa, intento a stanare le parole con le sfumature di significato più adatte a raccontare, a descrivere come andò, come si arrivò a tutto questo. In fondo, le sfumature sono precisamente la sua passione. Davide Canina le ritrova nella terra, nel vigneto, nel vino. Ma non gli basta. Lui, in queste sfumature, ci si addentra come un esploratore, come uno che forse ha solo voglia di perdersi, al solo scopo di ritrovarsi tutte le volte. La concentrazione di quegli occhi che oggi corrono ad afferrare gli stralci di un recentissimo passato, è probabilmente la stessa che li attraversava le sere degli anni trascorsi a lavorare alla stellata Locanda Sant’Uffizio di Enrico Bartolini, come Sommelier. Davide finiva servizio, in quel di Penango, saliva in macchina e si muoveva verso casa, attraversando il silenzio notturno del Monferrato. Prima di dedicare il suo tempo al riposo, Davide buttava un’occhiata alle vigne, come se ci fosse stata un’energia incontrollabile ad attrarlo, ad attrarre gli occhi che oggi, a caccia di parole, raccontano come nacque il progetto de I Parcellari.
Le vigne che Davide scorgeva affacciandosi alla finestra di casa erano di proprietà di Daniele Pasciuta, conferitore di uve alla cantina cooperativa Produttori di Govone, gestita da Agostino Malvicino. Ma si sa, gli occhi trattengono fino a un certo punto, fino a quel punto in cui tutto straborda, travalica la pelle e cerca supporto nella parola. È stato allora, quando tutti i sogni che avevano preso dimora stabile nella testa di Davide divennero troppi ingombranti, che Davide decise di parlare a Daniele della sua idea. Voleva produrre un vino, un vino da singole parcelle. Galeotta fu la Francia, che con i suoi viticoltori innamorati di ogni granello di terra e con i suoi vini dal fascino indiscutibile, aveva sedotto Davide ormai da tempo. Lì, durante i suoi numerosi viaggi, Davide si imbatté per la prima volta nel vero e proprio concetto di “parcellare”. Un concetto che supera quello di Cru o di singolo vigneto. Una zonazione ancora più acuta, ancora più fine, ancora più appassionata.

Davide Canina
Tutto parte dalla suddivisione parcellare catastale, che nel caso del vigneto di Daniele in Cascina Rivetta conta 9 differenti parcelle. Furono analizzate e studiate tutte quante, nel giro di qualche mese, così da avere difronte la tavolozza completa. Lì Davide, supportato dalla compagna Monica – senza la quale, per stessa ammissione di Davide, nulla di tutto questo sarebbe possibile – da Daniele e da Agostino, che ci hanno creduto quanto lui e insieme a lui, ha scelto con quali parcelle lavorare.

Daniele Pasciuta
Una parcella, un vino: questo è lo stile, questa è la filosofia produttiva de I Parcellari. Il vino diventa un mezzo per esplorare, per scoprire quel territorio a cui tutti e 4 sono intimamente legati. Perché se Davide rimaneva in assorta contemplazione delle vigne, Monica invece dedicava il suo tempo a percorrerle, munita solo di macchina fotografica e appassionato spirito d’osservazione; Daniele è colui che la vigna l’ha toccata per tutti i giorni della sua vita, fino a conoscerla come fosse un membro di famiglia, mentre Agostino è stato quello che ci ha dovuto credere più di tutti, responsabile come era della decisione finale.
E così il progetto di Davide e di Monica, supportato attivamente e quotidianamente da Daniele e Agostino, procede con lo scopo di mettere in mostra le diversità e l’ecletticità di un territorio, il Monferrato. Al momento la superficie coinvolta nel progetto è di 7 ha, suddivisa ovviamente in parcelle. Il futuro riserverà un incremento nel numero di parcelle, probabilmente, ma non volgerà mai all’estensione di esse. Le bottiglie sono poche – facendo una media, siamo circa sulle 2.000 bottiglie per referenza – e tali rimarranno, destinate agli altrettanto pochi che crederanno nel progetto e che si emozioneranno difronte alla timbrica irripetibile di un minuscolo frammento di terra, capace di restituire la proporzione di quanta vita si annidi fra quelle colline.
DEGUSTAZIONE
SAUVIGNON 2020
95/100
Espressivo nel carattere varietale, con quelle inconfondibili note di passion fruit e agrume su uno sfondo erbaceo che condivide il suo palcoscenico con la gentilezza del fiore. Composto, freschissimo ma soprattutto sapido. Introduce perfettamente lo stile dei vini de I Parcellari: vini di eleganza e grandissima pulizia.
CHARDONNAY 2019
94/100
La particolarità del naso sta in una nota dolce di miele che si lega a qualcosa di più erbaceo, di più verde, rendendo il tutto più intrigante di quello che si è abituati a trovare in uno Chardonnay che pur porta il segno del suo passaggio in legno. La bocca evidenzia tutta la parentela di stile con il precedente. In un sorso decisamente più materico, anche questo trova la sinuosità delle sue movenze in una sapidità vivida, davvero molto vivida.
GRIGNOLINO 2019
97/100
Un vitigno che è indiscutibilmente una cartina tornasole. Scortare gentilmente un tannino senza mortificarlo è una delle imprese più difficili per un vignaiolo. Qui, I Parcellari ci sono riusciti benissimo. La finezza si intravede già al naso, dove mostra una parte agrumata e una più terrosa di radice, su uno sfondo piuttosto mansueto, accogliente. E poi il sorso. Lo spettacolo di un sorso elegantissimo, proprio in virtù di quelle durezze gentili, setose, smussate e inserite al millimetro in tutto il resto. Sembra prevalere addirittura la freschezza, sintomo scalpitante di una vita che deve ancora arrivare al suo meglio.
BARBERA 2019
95/100
Il preferito di Daniele. Un vino dal profilo intenso, con una trama fruttata di lampone e di mora su cui si inseriscono note di fumo e di muschio. La bocca è piuttosto avvolgente e succosa, seppur sia la freschezza a determinare l’impronta del sorso e a scandirlo, protraendosi nell’ultima parola, in persistenza.