IL BICCHIERE D’ARGENTO BY LUCA GARDINI
Chi da bambino non ha mai sfogliato almeno una volta il Cucchiaio d’Argento? Un testo sacro di home cooking presente nelle cucine di mezza Italia, che ci ha guidato alla scoperta del cibo, insieme all’Artusi, al Talismano della felicità di Ada Boni e a pochi altri. È stato forse il primissimo approccio che abbiamo avuto con la cucina scritta e fotografata e lo abbiamo visto aperto tra farina, uova e spianatoia, quando la mamma non ricordava bene le grammature di una ricetta, o quando a corto di idee, tentava di stupire gli ospiti con qualche piatto chic preso proprio da lì. Nel 1950, mentre l’Italia esce dalla fase di ricostruzione post-bellica e può guardare al futuro con ottimismo, esce la prima edizione. Un anno che è quasi uno spartiacque per il nostro Paese, nel quale verrà firmata a Roma la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Dove il genio italico si esprime con la prima Olivetti Lettera 22, uno strumento per scrivere da cui non si separeranno mai giornalisti e scrittori del calibro di Enzo Biagi, Indro Montanelli, Oriana Fallaci, Ernest Hemingway, ma anche un oggetto di design pluripremiato che nel ‘56 vincerà il Compasso d’oro e oggi è parte della collezione permanente del Moma di New York. Ma il 1950 è un anno da ricordare anche nello sport, con Zeno Colò che trionfa ad Aspen in Colorado vincendo due medaglie d’oro, mentre negli Stati Uniti Charles M. Schulz inventa il fumetto Charlie Brown e nelle sale cinematografiche esce Cenerentola di Walt Disney, uno dei maggiori capolavori del cinema d’animazione. E il Cucchiaio era sempre là, su quella mensola in cucina, pronto ad essere sfogliato con l’acquolina, per viaggiare con la fantasia verso tradizioni e costumi di altre regioni d’Italia e di altri popoli del mondo e trovare un’idea che ci traesse d’impaccio se volevamo ben figurare a tavola, siamo italiani, la buona cucina è parte di noi.
Ed ora, dopo oltre settant’anni di successi nei quali il Cucchiaio ha saputo evolversi insieme al gusto e al costume italiani con pubblicazioni sempre attuali, tradotte in 16 lingue e diversi milioni di copie vendute, ecco arrivare in libreria Il Bicchiere d’Argento, una nuova edizione realizzata in collaborazione con Andrea Grignaffini e con il wine critic di fama mondiale Luca Gardini, dove il nettare di Dioniso, si rivela compagno indissolubile del piatto e della cucina. Un’edizione di pregio che dice finalmente qualcosa di nuovo sul vino, svelando aspetti ancora poco conosciuti per un pubblico ampio e variegato di appassionati e lo fa con lo stile raffinato dell’Editoriale Domus, la più antica casa editrice italiana di periodici specializzati, fondata nel 1929 da Gianni Mazzocchi, che oltre al Cucchiaio d’Argento pubblica da decenni le riviste Quattroruote, Domus, Tutto Trasporti, Meridiani.
“La razza cui appartiene Luca Gardini è la stessa dei Lionel Messi, dei Sebastian Vettel, dei Matteo Manassero. È un predestinato di smisurato talento…” scrive Gabriele Zanatta su Identità Golose. Ed è proprio così, un monumentale palato, capace di raccontare il vino come pochi altri, grazie a tanto studio e a tanti chilometri spesi a conoscere i produttori d’Italia, d’Europa, del mondo, per valutarne i vini. Un percorso professionale denso di esperienze in insegne pluristellate come l’Enoteca Pinchiorri o il ristorante Cracco, alternato a riconoscimenti di rilievo come il titolo di campione italiano dei sommelier nel 2004, a cui nel 2009 seguirà il titolo di campione europeo e nel novembre 2010 quello di sommelier campione del mondo WSA, senza dimenticare nel 2019 il cavalierato della Repubblica. Un’intensa attività profusa dedicando anima e corpo alla divulgazione del vino in tutte le sue più ampie sfaccettature, grazie a eventi mirati sul vino, a rubriche che Gardini firma su importanti testate e a pubblicazioni di livello sull’universo del vino, fino al nuovo Bicchiere D’Argento, presentato in queste settimane.
“Sono molto orgoglioso che Il Cucchiaio d’Argento abbia pensato a me per curare questo fondamentale progetto editoriale” afferma Luca Gardini, “il mondo del vino è un universo in trasformazione; quindi, il ruolo di guide e manuali è centrale per orientarsi in un settore di grande fascino. Un libro di questo genere inoltre è l’occasione per fare il punto sulla crescita di tutto il comparto, che negli ultimi 25 anni si è trasformato in un punto di riferimento a livello mondiale. Il vino è bellezza, condivisione, emozione, storia, un patrimonio dello stile italiano, una delle maniere in cui è possibile fare percepire la nostra ricchezza territoriale e il nostro artigianato. Comunicarlo, raccontarlo in maniera adeguata, è una delle mie missioni, ed è anche l’obiettivo principale di questo volume”.
Un’edizione accurata nei contenuti, pubblicata dopo la primissima e unica edizione del Bicchiere d’Argento datata 1986, che annoverava vini e bevande, comprese acque, tisane e amari, di supporto alla tavola e al servizio affidato alla padrona di casa moderna. “Sfogliare oggi quel bellissimo volume, che comunque per l’epoca era stato un enorme successo editoriale, conferma quanto tutto sia cambiato. Da sempre Il Cucchiaio d’Argento racconta la cultura della tavola e l’evoluzione degli stili, delle abitudini e delle regole in cucina. Tra queste c’è sicuramente il nuovo ruolo che il vino si è aggiudicato, conquistando fasce di appassionati sempre più numerose ed eterogenee per età. Un ruolo che merita attenzione e profonda conoscenza. Con questo spirito, e con la dedizione di sempre, abbiamo deciso di portare in libreria Il Bicchiere d’Argento” spiega Tatjana Pauli, direttrice de Il Cucchiaio d’Argento Libri. Un testo che valorizza la millenaria tradizione italiana del vino e rappresenta una vera e propria iniziazione per il neofita e una guida per l’esperto, con cui scoprire l’universo dei grandi vini italiani.
Si comincia con gli albori della vite e del vino, forse scoperto casualmente vedendo l’uva fermentare, non per nulla la parola vino deriva dal latino fervere, che significa espandersi, ribollire. Le origini caucasiche del vino, gli Egiziani, i Greci, gli Etruschi, i Romani, passando per tutti i periodi storici salienti, con il Medioevo, la modernizzazione dell’800, le malattie della vite che hanno messo in ginocchio il comparto, l’esempio virtuoso della Francia come modello vitivinicolo, produttivo ed economico, fino al rilancio del vino italiano, ai nuovi Paesi produttori, dagli Stati Uniti, al Sudamerica, all’Australia.
360 pagine dense che ci svelano l’enorme patrimonio vinicolo italiano, attraverso i processi produttivi, i vitigni, la tecnica della degustazione, il servizio del vino, la corretta conservazione in cantina e come abbinarlo al cibo, entrando in profondità nella geografia del vino italico, con tutte le regioni esplorate grazie a schede dense e a mappe dettagliate, insieme a un elenco ragionato che contiene i 500 vini d’eccellenza segnalati da Luca Gardini.