SCUOLA TESSIERI E OFFICINE GULLO, QUANDO LA SAPIENZA CULINARIA INCONTRA LA TECNICA
Essere introdotti nella storia secolare delle macchine di cottura fatte a mano è come essere catapultati in un’atmosfera stregata, vuoi per l’avvenenza oggettiva e disarmante del macchinario, vuoi anche per la sua recondita provocazione di collegarti all’assunzione del cibo come equilibrata ghiottoneria.
Sappiamo bene, infatti, che all’inizio del XV secolo, le officine fiorentine degli artigiani fumisti maneggiano con estrema accuratezza i materiali (il metallo in primis), riuscendo a produrre delle opere maestre di autentico fascino; motivati, tra l’altro, da quell’immenso atteggiamento culturale che va sotto il nome di Umanesimo e consapevoli quindi della posizione privilegiata che l’uomo possiede nei confronti della natura.
Già, è sempre molto semplice parlare del “bello” artistico nella Culla del Rinascimento, ma troppo spesso ci si dimentica che la grande arte dell’inizio del 1400 fa da collettore per tutta una serie di conoscenze che non sono soltanto legate alla grazia e all’armonia, ma poggiano su una solida base tecnica. Come dire ingegneria e arte in unico contenitore, perché per essere architetti, scultori o pittori, occorre saper disegnare: in altre parole, la summa del genius loci fiorentino.
Ça va sans dire, da quest’accademia vengono prodotti grandissimi personaggi inevitabilmente adorati in tutto il mondo per i loro capolavori, ma un personaggio piuttosto oscuro di cui la storia si dimentica, un certo Padre Gherardo, nel 1604 non fa altro che prendersi la briga di inventare uno strumento apparentemente semplice, quanto rivoluzionario ed efficace, la cucina economica. Pochi documenti riguardano infatti tale padre domenicano di origine fiamminga ma residente a Firenze, il quale egli stesso scrive in quell’anno di “aver trovato un modo sicurissimo di risparmiare ogni possibile quantità di fuoco per mezzo di un fornello atto a cucinar varie cose con pentole grandi e piccole”.
Ecco, allora che da questo antesignano delle cucine moderne, nonché ingegnoso artista, le prestigiose Officine Gullo proseguono questo affascinante discorso cultural-gastronomico, fornendo all’altrettanto rinomata Scuola Tessieri, autentico atelier delle arti culinarie, gli strumenti tecnologicamente più avanzati e declinati in una veste assolutamente fine ed esclusiva. Rispettivamente Bagno a Ripoli e Ponsacco, a suggellare non solo una bella toscanità, ma soprattutto a creare uno spazio unico nel suo genere, aperto e condiviso, di proficua sinergia territoriale. L’Umanesimo ritorna, eccome, per ribadire, ancora una volta, che l’uomo deve essere al centro della scena e che la soddisfazione del bisogno di cibarsi ha valenze insondabili e che trascende la necessità del nutrimento stesso.
Cucinare è, alla fine, un gesto profondo quanto quello di amare: il cibo preparato con acume e dovizia tocca le corde sensibili dei sensi ma anche dell’intelletto, promette solleticando nell’attesa, esalta l’immaginazione, spinge all’esplorazione talvolta di terre sconosciute, rispolvera e riattiva i ricordi, soddisfa e rassicura.
Essere stimolati a tutto ciò in un luogo semplicemente fantastico, ovvero la cappella rinascimentale sconsacrata del complesso della chiesa di San Salvatore a Ognissanti, ha rarissimi eguali.
scuolatessieri.it